Descrizione
Da giovedì 27 luglio 2023, Laura Ravenna è cittadina onoraria del Comune di Condove. Il consiglio comunale ha infatti votato all’unanimità il conferimento di questo importante riconoscimento, figlio della storia personale della signora Ravenna e della sua famiglia.
Il papà Guido era un ingegnere meccanico dirigente delle Officine Moncenisio, mentre la mamma Elena Vitale, ebrea originaria di Vercelli, badava alle figlie Eloisa (1930) e Laura (1933),
Con l’introduzione delle leggi raziali del 1938, le bambine vennero espulse dalle scuole. Nel 1942, nonostante avessero fino a quel momento fatto finta di nulla, anche le Officine Moncenisio furono costrette a licenziare l’ing. Ravenna.
Nel 1943, dopo l’armistizio e l’occupazione nazista, la famiglia Ravenna fu costretta a lasciare la casa di Via Conte Verde per rifugiarsi a Mocchie. Nel dicembre dello stesso anno, per sfuggire ad un rastrellamento nel quale venne imprigionato lo zio di Laura Ravenna, Giuseppe Leblis, capo della comunità ebraica di Vercelli, la famiglia fuggì da Condove grazie all’aiuto delle officine Moncenisio per rifugiarsi nel vercellese.
Grazie all’aiuto del maestro Carlo Carretto, dal parroco di Mocchie don Martino Furbatto e dell’impiegata comunale Pia Fogliato, la famiglia Ravenna riesce in maniera roccambolesca a fuggire alle persecuzioni razziali.
La famiglia infatti, nascosta in parrocchia, sfugge al rastrellamento del 20 dicembre grazie all’interprete austriaco Otto Floriani che convince i tedeschi a tornare il giorno dopo. Ma è il piano di fuga degli amici delle Officine Moncenisio a salvare i Ravenna che in due turni scendono a Condove nella notte per venire nascosti a casa del ragionier Cesare Piazza. Il giorno dopo, Laura ed Eloisa si rifugiano a Cigliano vercellese presso un conoscente e i genitori in una cascina vicino a Chivasso. La nonna verrà accompagnata in una casa di suore a Susa da Domenico Bronzino e la zia Renata in una cascina di Novaretto.
La famiglia Ravenna riuscirà poi a fuggire in Svizzera, da dove rientrerà a guerra conclusa, stabilendo a Torino la propria residenza. Ma quando Guido Ravenna, papà di Laura, si ripresenterà alle Officine Moncenisio finita la guerra, in suo onore verrà suonata la sirena della fabbrica e gli operai in pochi giorni raccoglieranno oltre 800 firme perché lui torni a ricoprire il posto lasciato nel 1942.
“Ringrazio l’ANPI di Condove per aver posto alla nostra attenzione questa storia, ai più sconosciuta – dice Chiara Bonavero, vicesindaco con delega alla cultura e alla memoria storica - e per aver prodotto una documentazione ricca e puntuale che ci ha permesso di conferire la cittadinanza onoraria alla signora Revenna. Il tema del ricordo, della memoria storica, della necessità di tenere vive le radici della nostra Repubblica che affondano nella Resistenza è un tassello irrinunciabile del nostro amministrare. Conferire questa cittadinanza è stato un momento importante per Condove, ed anche un modo per chiudere una pagina orribile della storia d’Italia”
“Il 25 Aprile ci eravamo impegnati a conferire la cittadinanza onoraria alla signora Laura Ravenna per sottolineare, ancora una volta, l’importanza del ricordo e della memoria – dice il sindaco Jacopo Suppo - Chiuso l’anno delle celebrazioni della Medaglia d’oro al valor Civile, apriamo il triennio di manifestazioni per ricordare gli 80 anni della lotta di Resistenza omaggiando una condovese che, all’epoca, patì le violenze e le ingiustizie della dittatura fascista e a cui oggi tributiamo il giusto riconoscimento. L’Italia fascista negò alla famiglia Ravenna la libertà ed i diritti. Con questa cittadinanza vogliamo, almeno in piccola parte, rimediare a quelle ingiustizie”.
La signora Laura, ultima testimone diretta di quei fatti, non nasconde l’emozione “Ringrazio l’amministrazione comunale per questo gesto così importante, che mi emoziona tantissimo. Io mi sono sempre sentita condovese perché in questo paese ho vissuto gli anni più belli e spensierati della mia vita”.
Il papà Guido era un ingegnere meccanico dirigente delle Officine Moncenisio, mentre la mamma Elena Vitale, ebrea originaria di Vercelli, badava alle figlie Eloisa (1930) e Laura (1933),
Con l’introduzione delle leggi raziali del 1938, le bambine vennero espulse dalle scuole. Nel 1942, nonostante avessero fino a quel momento fatto finta di nulla, anche le Officine Moncenisio furono costrette a licenziare l’ing. Ravenna.
Nel 1943, dopo l’armistizio e l’occupazione nazista, la famiglia Ravenna fu costretta a lasciare la casa di Via Conte Verde per rifugiarsi a Mocchie. Nel dicembre dello stesso anno, per sfuggire ad un rastrellamento nel quale venne imprigionato lo zio di Laura Ravenna, Giuseppe Leblis, capo della comunità ebraica di Vercelli, la famiglia fuggì da Condove grazie all’aiuto delle officine Moncenisio per rifugiarsi nel vercellese.
Grazie all’aiuto del maestro Carlo Carretto, dal parroco di Mocchie don Martino Furbatto e dell’impiegata comunale Pia Fogliato, la famiglia Ravenna riesce in maniera roccambolesca a fuggire alle persecuzioni razziali.
La famiglia infatti, nascosta in parrocchia, sfugge al rastrellamento del 20 dicembre grazie all’interprete austriaco Otto Floriani che convince i tedeschi a tornare il giorno dopo. Ma è il piano di fuga degli amici delle Officine Moncenisio a salvare i Ravenna che in due turni scendono a Condove nella notte per venire nascosti a casa del ragionier Cesare Piazza. Il giorno dopo, Laura ed Eloisa si rifugiano a Cigliano vercellese presso un conoscente e i genitori in una cascina vicino a Chivasso. La nonna verrà accompagnata in una casa di suore a Susa da Domenico Bronzino e la zia Renata in una cascina di Novaretto.
La famiglia Ravenna riuscirà poi a fuggire in Svizzera, da dove rientrerà a guerra conclusa, stabilendo a Torino la propria residenza. Ma quando Guido Ravenna, papà di Laura, si ripresenterà alle Officine Moncenisio finita la guerra, in suo onore verrà suonata la sirena della fabbrica e gli operai in pochi giorni raccoglieranno oltre 800 firme perché lui torni a ricoprire il posto lasciato nel 1942.
“Ringrazio l’ANPI di Condove per aver posto alla nostra attenzione questa storia, ai più sconosciuta – dice Chiara Bonavero, vicesindaco con delega alla cultura e alla memoria storica - e per aver prodotto una documentazione ricca e puntuale che ci ha permesso di conferire la cittadinanza onoraria alla signora Revenna. Il tema del ricordo, della memoria storica, della necessità di tenere vive le radici della nostra Repubblica che affondano nella Resistenza è un tassello irrinunciabile del nostro amministrare. Conferire questa cittadinanza è stato un momento importante per Condove, ed anche un modo per chiudere una pagina orribile della storia d’Italia”
“Il 25 Aprile ci eravamo impegnati a conferire la cittadinanza onoraria alla signora Laura Ravenna per sottolineare, ancora una volta, l’importanza del ricordo e della memoria – dice il sindaco Jacopo Suppo - Chiuso l’anno delle celebrazioni della Medaglia d’oro al valor Civile, apriamo il triennio di manifestazioni per ricordare gli 80 anni della lotta di Resistenza omaggiando una condovese che, all’epoca, patì le violenze e le ingiustizie della dittatura fascista e a cui oggi tributiamo il giusto riconoscimento. L’Italia fascista negò alla famiglia Ravenna la libertà ed i diritti. Con questa cittadinanza vogliamo, almeno in piccola parte, rimediare a quelle ingiustizie”.
La signora Laura, ultima testimone diretta di quei fatti, non nasconde l’emozione “Ringrazio l’amministrazione comunale per questo gesto così importante, che mi emoziona tantissimo. Io mi sono sempre sentita condovese perché in questo paese ho vissuto gli anni più belli e spensierati della mia vita”.
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Ultimo aggiornamento pagina: 28/07/2023 15:33:58