Descrizione
Risposta del Sindaco di Condove Jacopo Suppo e dell'assessore alla montagna Susanna Riva all'interrogazione del gruppo consigliare di minoranza "Obiettivo Condove borgate" circa i problemi di accesso alla borgata Calcina.
Nel mese di aprile si è aperto un significativo dibattito pubblico circa la questione dell’accesso alla località Calcina, un piccolo gruppo di case sparse sulla nostra montagna raggiungibile esclusivamente tramite dei sentieri comunali non carrabili.
Il dibattito si è aperto alla luce della sentenza del TAR che ha rigettato un ricorso effettuato dai residenti della borgata. La vicenda risale al 2018 quando i residenti, non potendo accedere con mezzi agricoli ai terreni e alle loro case acquistate pochi anni prima, decisero di sfruttare l’antica traccia di una pista interpoderale (cioè una pista insistente su terreni privati) senza l’autorizzazione dell’Ufficio Tecnico e senza l’autorizzazione dei privati proprietari dei fondi interessati, realizzando dei lavori per agevolare il loro passaggio.
I possessori dei terreni, una volta scoperta questa iniziativa, segnalarono quanto accaduto ai Carabinieri Forestali che, seguendo la normativa, coinvolsero il Comune. In prima battuta nella redazione di un verbale di sopralluogo per verificare lo stato dei luoghi, in seconda battuta per l’emanazione di una ordinanza che imponeva il ripristino dei luoghi.
Questa ordinanza fu impugnata al TAR dai residenti alla Calcina, sospendendone l’effetto, ed è il documento sul quale si è sviluppato il dibattito pubblico di cui sopra.
Negli anni tra il 2019 e il 2023 l’amministrazione comunale è stata più volte interessata su questa vicenda e, nonostante si tratti di una questione di relazione tra privati, ci siamo resi disponibili a trovare una mediazione per tentare di risolvere un problema gravoso per una famiglia e un’azienda agricola.
Queste interlocuzioni (riguardanti diverse ipotesi di accesso su diversi terreni differenti) non hanno sortito esito positivo. Questi passaggi sono riassunti in un verbale, pubblico e protocollato (n°xxx), che fa seguito all’ultimo incontro avvenuto tra l’amministrazione comunale (presenti il Sindaco e l’assessore alla montagna Susanna Riva, oltre al responsabile dell’ufficio tecnico geom. Paolo Nervo e il segretario comunale dr. Alberto Cane) e i residenti della borgata Calcina, dove vengono ripercorsi i tentativi fatti e vengono espresse le posizioni dell’amministrazione e dei residenti alla Calcina.
Nel marzo 2023, emessa la sentenza del TAR che ha dato torto ai residenti della Calcina in quanto esecutori di un lavoro non autorizzato, su terreni non di loro proprietà, siamo nuovamente stati sollecitati su questo tema per tentare di risolvere questa questione. Anche in questo frangente ci siamo fatti carico di un onere che non compete all’amministrazione comunale: quello cioè di convocare, in separata sede, le parti coinvolte, per tentare di trovare una soluzione ad un problema che, sotto molteplici punti di vista, rischiava solamente di danneggiare tutte le parti in causa. Lo abbiamo fatto perché crediamo nella buona volontà degli uomini e delle donne del nostro paese, perché siamo fermamente convinti che una piccola comunità si tiene insieme con il dialogo e con le buone relazioni tra cittadini e perché pensiamo che lo sviluppo della montagna passi attraverso il lavoro su di essa, nel pieno rispetto delle norme, dei legittimi interessi e dei diritti di tutti.
Abbiamo trovato nei privati possessori dei terreni danneggiati degli interlocutori comprensivi e disponibili al dialogo. Abbiamo organizzato un incontro dedicato ed esposto loro le possibili soluzioni a questo problema e, a fronte di questa iniziativa, con alcuni contatti informali e con una nota formale inviataci il 26 maggio 2023 da un professionista da loro incaricato, si sono detti disponibili a mantenere la pista interpoderale realizzata sui loro terreni, previo un accordo da raggiungere con i residenti alla Calcina.
A questa azione di “mediazione”, o semplicemente di ascolto, sappiamo che le parti si sono messe in contatto tra di loro e, nel mese di giugno, sono addivenute ad un accordo circa il valore dei terreni e alla conseguente vendita dei medesimi a favore dei residenti della borgata Calcina.
Questi sono i fatti. Verificabili e accertabili attraverso atti ufficiali e pubblici.
Fatti che abbiamo voluto ricostruire pubblicamente perché riguardano il lavoro di anni e perché la querelle mediatica che questa vicenda ha prodotto ha dato il là a delle ricostruzioni parziali, a volte strumentali, non di rado offensive nei confronti dei privati lesi nei loro diritti e dell’amministrazione comunale, spesso false e tendenziose. Questo perché quasi mai basate sulla conoscenza dei fatti, delle norme e delle responsabilità dei singoli.
Essendo però degli inguaribili ottimisti, abbiamo colto in questo moto posticcio, disinformato e molto virtuale, anche un senso di vicinanza nei confronti della montagna, di chi la vive e di chi prova a costruire un’idea di futuro e di sviluppo ancora legata al territorio.
Sarebbe bello, ora che la vicenda sta evolvendosi per il meglio, che questa nostra comunicazione avesse la stessa visibilità di quelle veicolate in precedenza. Per restituire una ricostruzione corretta dell’accaduto a tutti i cittadini che si sono sentiti “ingaggiati” da questa vicenda e per far capire che gli enti pubblici non sono brutti e cattivi, ma lavorano a fianco dei cittadini per risolvere i problemi. Pur consci che questo difficilmente accadrà, siamo consapevoli di aver concorso alla risoluzione di un problema complesso e di aver dato, per chi lo vorrà cogliere, un segnale di fiducia nelle istituzioni.
Tanto ci basta, sperando che vicende come questa siano d’esempio per il futuro.
Il dibattito si è aperto alla luce della sentenza del TAR che ha rigettato un ricorso effettuato dai residenti della borgata. La vicenda risale al 2018 quando i residenti, non potendo accedere con mezzi agricoli ai terreni e alle loro case acquistate pochi anni prima, decisero di sfruttare l’antica traccia di una pista interpoderale (cioè una pista insistente su terreni privati) senza l’autorizzazione dell’Ufficio Tecnico e senza l’autorizzazione dei privati proprietari dei fondi interessati, realizzando dei lavori per agevolare il loro passaggio.
I possessori dei terreni, una volta scoperta questa iniziativa, segnalarono quanto accaduto ai Carabinieri Forestali che, seguendo la normativa, coinvolsero il Comune. In prima battuta nella redazione di un verbale di sopralluogo per verificare lo stato dei luoghi, in seconda battuta per l’emanazione di una ordinanza che imponeva il ripristino dei luoghi.
Questa ordinanza fu impugnata al TAR dai residenti alla Calcina, sospendendone l’effetto, ed è il documento sul quale si è sviluppato il dibattito pubblico di cui sopra.
Negli anni tra il 2019 e il 2023 l’amministrazione comunale è stata più volte interessata su questa vicenda e, nonostante si tratti di una questione di relazione tra privati, ci siamo resi disponibili a trovare una mediazione per tentare di risolvere un problema gravoso per una famiglia e un’azienda agricola.
Queste interlocuzioni (riguardanti diverse ipotesi di accesso su diversi terreni differenti) non hanno sortito esito positivo. Questi passaggi sono riassunti in un verbale, pubblico e protocollato (n°xxx), che fa seguito all’ultimo incontro avvenuto tra l’amministrazione comunale (presenti il Sindaco e l’assessore alla montagna Susanna Riva, oltre al responsabile dell’ufficio tecnico geom. Paolo Nervo e il segretario comunale dr. Alberto Cane) e i residenti della borgata Calcina, dove vengono ripercorsi i tentativi fatti e vengono espresse le posizioni dell’amministrazione e dei residenti alla Calcina.
Nel marzo 2023, emessa la sentenza del TAR che ha dato torto ai residenti della Calcina in quanto esecutori di un lavoro non autorizzato, su terreni non di loro proprietà, siamo nuovamente stati sollecitati su questo tema per tentare di risolvere questa questione. Anche in questo frangente ci siamo fatti carico di un onere che non compete all’amministrazione comunale: quello cioè di convocare, in separata sede, le parti coinvolte, per tentare di trovare una soluzione ad un problema che, sotto molteplici punti di vista, rischiava solamente di danneggiare tutte le parti in causa. Lo abbiamo fatto perché crediamo nella buona volontà degli uomini e delle donne del nostro paese, perché siamo fermamente convinti che una piccola comunità si tiene insieme con il dialogo e con le buone relazioni tra cittadini e perché pensiamo che lo sviluppo della montagna passi attraverso il lavoro su di essa, nel pieno rispetto delle norme, dei legittimi interessi e dei diritti di tutti.
Abbiamo trovato nei privati possessori dei terreni danneggiati degli interlocutori comprensivi e disponibili al dialogo. Abbiamo organizzato un incontro dedicato ed esposto loro le possibili soluzioni a questo problema e, a fronte di questa iniziativa, con alcuni contatti informali e con una nota formale inviataci il 26 maggio 2023 da un professionista da loro incaricato, si sono detti disponibili a mantenere la pista interpoderale realizzata sui loro terreni, previo un accordo da raggiungere con i residenti alla Calcina.
A questa azione di “mediazione”, o semplicemente di ascolto, sappiamo che le parti si sono messe in contatto tra di loro e, nel mese di giugno, sono addivenute ad un accordo circa il valore dei terreni e alla conseguente vendita dei medesimi a favore dei residenti della borgata Calcina.
Questi sono i fatti. Verificabili e accertabili attraverso atti ufficiali e pubblici.
Fatti che abbiamo voluto ricostruire pubblicamente perché riguardano il lavoro di anni e perché la querelle mediatica che questa vicenda ha prodotto ha dato il là a delle ricostruzioni parziali, a volte strumentali, non di rado offensive nei confronti dei privati lesi nei loro diritti e dell’amministrazione comunale, spesso false e tendenziose. Questo perché quasi mai basate sulla conoscenza dei fatti, delle norme e delle responsabilità dei singoli.
Essendo però degli inguaribili ottimisti, abbiamo colto in questo moto posticcio, disinformato e molto virtuale, anche un senso di vicinanza nei confronti della montagna, di chi la vive e di chi prova a costruire un’idea di futuro e di sviluppo ancora legata al territorio.
Sarebbe bello, ora che la vicenda sta evolvendosi per il meglio, che questa nostra comunicazione avesse la stessa visibilità di quelle veicolate in precedenza. Per restituire una ricostruzione corretta dell’accaduto a tutti i cittadini che si sono sentiti “ingaggiati” da questa vicenda e per far capire che gli enti pubblici non sono brutti e cattivi, ma lavorano a fianco dei cittadini per risolvere i problemi. Pur consci che questo difficilmente accadrà, siamo consapevoli di aver concorso alla risoluzione di un problema complesso e di aver dato, per chi lo vorrà cogliere, un segnale di fiducia nelle istituzioni.
Tanto ci basta, sperando che vicende come questa siano d’esempio per il futuro.
Allegati
Documenti
A cura di
Ultimo aggiornamento pagina: 28/07/2023 16:57:59